BIODIVERCITY
L’associazione
è nata nel 2010 fondata da 5 persone prevalentemente ricercatori
dell’Università di Bologna, dipartimento di Scienze Agrarie, ma
ora sono in 12 a cui si aggiungono una decina di tirocinanti che
collaborano nel periodo estivo. L’associazione è composta da:
agronomi, entomologi, laureati in scienze naturali e un antropologo.
Gli obiettivi
fondamentali sono la diffusione e sensibilizzazione verso l’ecologia
e l’orticultura urbana
Il mezzo privilegiato è
l’orto che loro considerano multifunzionale perché permette di
avere caratteristiche sociali relazionali, didattiche.
Biodivercity nasce con un
obbiettivo inizialmente solo divulgativo, facendo interventi nelle
scuole di ogni ordine e grado e gradualmente si sono specializzati
nell’architettura urbana e sociale.
I destinatari sono i
cittadini in generale, scuole e multi etnie.
Alcune attività sono in
convenzione col Comune di Bologna:
gli orti di via Gandusio.
Si tratta “dell’orto dei popoli” realizzato sui tetti delle
case popolari. Sono palazzi molto grandi di 9 piani con 4-5
appartamenti per piano, abitati da nazionalità diverse, la sfida è
stata quella di realizzare orti sul cemento in una zona piuttosto
degradata di Bologna con l’obbiettivo primario di socialità, di
sensibilizzazione ambientale oltre che di formazione orticola e l’uso
di materiali di riciclo. Per problemi di peso non potevano utilizzare
la terra, quindi hanno usato il sistema di fluting system cioè l’uso
di substrati inerti al posto del terreno (acqua, truciolato, fibra di
cocco) nei quali viene distribuita la soluzione nutritiva di
minerali. Loro seguono le persone con corsi di formazione. Anche se
tutti possono partecipare è chiaro che se ne occupano solo un gruppo
di persone. Per rendere partecipe tutti sono stati organizzati eventi
musicali e cucinanti i prodotti dell’orto.
Un altro esempio è
“Piazza dei colori”, sempre in convenzione col Comune di Bologna.
In questa piazza ci sono 14 vecchi aiuole abbandonate. Loro hanno
creato un orto giardino. Ogni lunedì realizzano un corso di
formazione ed altri incontri di condivisione. Insieme viene deciso
come organizzare l’orto e come coltivarlo. Anche questa azione è
uno strumento di socializzazione. Non è l’orto dei pensionati a
scolpo unicamente produttivo. Non soddisfa il fabbisogno alimentare
delle famiglie che vi partecipano, ma dev’essere visto in un'altra
ottica. Inizialmente hanno avuto difficoltà ad essere accettati ed
hanno anche dovuto cambiare in parte il loro progetto per adeguarsi
alla situazione.
A Rimini stanno
realizzando un orto verticale, adatto alle città dove manca lo
spazio.
Collaborano con altri
enti:
Ass. Spazi Verdi di
Venezia
Ass. Teatro dei Mignoli
(teatro di strada), insieme stanno realizzando orti comunitari nella
zona adiacente alle scuole Longhena di Bologna.
Ass. Arcobaleno di
Rimini, svolge iniziative a favore di immigrati e l’orto può
diventare occasione di scambio a più livelli.
Grazie ai loro laboratori
e ai corsi di formazione sono economicamente autosufficienti;
partecipano inoltre a bandi pubblici.
GIACOMO CROUS e MAICOL NJOACOM
Purtroppo mancano le foto ma è perché l'associazione ha come sede un semplicissimo magazzino dove mettono tutti i materiali di lavoro e dove si incontrano settimanalmente. Quindi non rappresenta effettivamente l'attività che fanno. Avremmo potuto mettere delle foto se fossimo andati a vedere qualcuno di questi orti sparsi per Bologna ma il tempo a disposizione non era neanche un decimo di quello che serviva per fare ciò. Michael
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