Muhhamad Yunus, premio Nobel per la pace del 2006, nel 2009 partecipa alla trasmissione "che tempo che fa" condotta da Fabio Fazio. La domanda di apertura è perché il signor Yunus ha vinto il Nobel per la pace e non per l'economia. Il nobel per l'economia viene assegnato per meriti accademici, quindi viene assegnato a degli esperti di economia.
Il Nobel per la pace un po' a tutti perché viene affiancato al tema della povertà, quindi se si combatte la povertà si aumenta la possibilità della pace nel mondo.
Si pensa alla pace solo dopo una guerra, ma la pace è anche qualcosa che sta dentro di noi, perché se sei povero non solo crei problemi a te stesso ma anche a tutto il mondo.
La puntata parla principalmente di due temi fondamentali: Microcredito e social business.
La strategia del signor Yunus è partita dallo studiare le regole delle banche e fare poi tutto il contrario.
Perché quando hanno iniziato il progetto le banche non davano soldi ai poveri, perché si pensava che non restituissero i soldi indietro.
Le sue banche (grameen bank) cercano i poveri, le donne, non vogliono garanzie e non hanno avvocati.
I poveri ripagano il 100% in tutto il mondo. I prestiti sono mediamente intorno ai 20 dollari. Il primo prestito fu ad una donna che intrecciava mobili in bambù, un prestito di soli 27 dollari.
Cosa cambia dal dare i soldi in beneficienza e prestare soldi in beneficienza? Cosa cambia nella persona? La beneficienza non da senso di responsabilità, invece il microcredito sì.
Questo senso di responsabilità cambia la persona, perché vuole fare sempre di più. Perché questa piccola somma di denaro ti aiuta ad aprirti.
Che cos'è il social business? È un'attività nuova, contraria alle teorie economiche, che afferma che l'uomo non è una macchina per produrre solo soldi, cioè una macchina egoista. Attraverso il social business questo egoismo viene cancellato. Non si guadagna, si pagano i costi e si offrono beni servizi ai paesi poveri, per risolvere i problemi della gente.
Si prevede che il 2050 sarà l'anno senza povertà, senza passaporti, senza malattie incurabili, con un'educazione accessibile a tutti, con condivisione delle risorse, con continue innovazioni e con sviluppo di cultura e pace.
Tarik Sulejman
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